Venezia, 14 settembre 1927 – Lettera di fra Placido Cortese ai familiari (estratto)

Venezia, 14 settembre 1927 – Lettera di fra Placido Cortese ai familiari (estratto)

Fra Placido fu a Venezia, nel convento dei Frari, per poche settimane, tra settembre e ottobre del 1927, in attesa di essere inviato a Roma per compiervi gli studi di teologia. Era allora un giovane ventenne, entusiasta della sua vocazione francescana; un giovane maturo, che sapeva valutare un ambiente tutto particolare come la città di Venezia. Da questa lettera veniamo a sapere che egli si sottopose ad una accurata visita oculistica presso l’ospedale civico di Venezia. Da quel momento lo si vedrà sempre con i ben noti occhialini rotondi (ripresi anche nel logo del nostro sito internet), che gli permisero di correggere l’astigmatismo obliquo di cui soffriva.

Lettera di fra Placido Cortese ai familiari

Lettera di fra Placido Cortese ai familiari (foglio 1)
Venezia – 14 settembre 1927

Finalmente! Sono già venezian da più giorni ed eccomi ad esporvi le mie impressioni. La cosa che dovrebbe venir ultima, ve la dico subito. Come vi dicevo, i miei occhi lucenti… [probabilmente fra Placido alludeva al colore azzurro chiaro dei suoi occhi] avevano bisogno d’una visita ed oggi proprio sono stato all’ospedale civico di Venezia per metter a posto anche gli occhi, questo grande dono di Dio che ci fa ammirare tante bellezze… a Venezia poi… Presto sarò dottore con gli occhiali… che figura… ma devo ritornare domani e dopo 8 giorni ritornare di nuovo, perché devono studiare bene la malattia che è ‘stigma obliquo’. Grazie a Dio non c’è pericolo di sorta, pazienza ci vuole e basta.

[…]

Si sa che quella quiete e quella pace mistica di Cherso, a Venezia non si può nemmeno pensare. La stessa città porta alla dissipazione: quante cose non fa l’ambiente. Ma la nostra chiesa è magnifica; una purezza di linee che sorprende, un’abside divina dove campeggia l’Assunta del Tiziano. Tutta la basilica nell’insieme è un gioiello d’arte e di bellezza.