Padova, marzo 1943 – Padre Placido Cortese scrive a Padre Fortunat Zorman,

Padova, marzo 1943 – Padre Placido Cortese scrive a Padre Fortunat Zorman,

dei Frati Minori, inviato per qualche tempo dal vescovo di Lubiana e dal suo provinciale ad assistere gli internati sloveni nel campo di Chiesanuova di Padova. Padre Zorman la lettera il 13 marzo 1943. In essa il Servo di Dio offre una dettagliata relazione sull’aiuto agli internati sloveni in Italia. Testo suggestivo, che testimonia della carità concreta e della tenerezza di padre Placido.

Egregio Padre Fortunat!

Ho voluto scriverle tante volte, ma non ho mai trovato il tempo. Non voglio però farmi sfuggire quest’occasione. Frequento liberamente il Campo ed opero seguendo il Suo esempio. Conosco degli ottimi ragazzi – Suo fratello, Stare, Veble, Kociper ed altri.

L’aiuto quotidiano nel Campo è organizzato sempre meglio. Le statistiche le lascio alla buona signorina Marija (Slapsak) che è di nuovo sana come una volta ed alla quale l’entusiasmo non viene mai a mancare. Abbiamo quaderni e simili, ma io scrivo poco e faccio scrivere gli altri.

Mi scuso con la suora se non ho mantenuto la promessa. Nel Campo c’è una stanza che ho attrezzato con dei giochi per raccogliere i ragazzini.

“L’Azione sociale” è in crisi e trionfa il “Mutuo soccorso”. Suo fratello è un mago. Ieri ho cominciato a distribuire i libri. Grazie al dottor Blatnik! Dovreste vedere come li bramano!

Anche (padre) Kocijančič si è convertito ed ha capito di essere solo un giocattolo nelle mani dei rossi che solo approfittano di lui.

Con le 50.000 Lire lasciate qui da Sua Eccellenza il Nunzio (Mons. Francesco Borgongini Duca) sono state comperate le patate ed ora abbiamo qui in tipografia 20 quintali di fagioli e di farina. Sforneremo il pane.

Ho visitato una volta Monigo e i bambini mi hanno fatto pena, perciò ho consegnato gli zuccherini che mi avete mandato per il Campo di Padova al nuovo cappellano (mi ha fatto una buona impressione e gli ho dato delle istruzioni – sto diventando esperto!), affinché li distribuisca ai bisognosi.

Sono stato a Renicci dove l’aiuto funziona benissimo. La sede degli aiuti è nel nostro convento di San Francesco ad Arezzo e il Padre guardiano mi ha scritto che le cose procedono bene. Gli ho lasciato i soldi affinché ne faccia uso e l’aiuto arrivi ai bisognosi. Tornerò lì per sinceramene di persona. Oggi il Nunzio Apostolico è qui e lo pregherò di procurarmi ulteriori e più ampie autorizzazioni. A Gonars vengono ancora mandati i pacchi e forse ci andrò di persona per portare degli aiuti.

A Renicci ho mandato dei medicinali all’indirizzo del Maggiore che nel corso della mia unica visita è diventato mio grande amico e che ora li conserva e distribuisce. Mi ha scritto di averli distribuiti agli ospedali di tutti e due i settori. Posso dirle che il Campo a Renicci è il meglio organizzato benché sia il più povero. Ci sono due settori: 1500 persone a settore. Due ospedali per 20-25 persone, due uffici interni dove gli internati ricevono tutte le informazioni. Hanno una buona cartoteca con gli appunti e le relazioni su ciascuno. Mi aiuta molto il giovane Lakner Alojzij. Spero che possa illustrarle meglio il tutto.

La lettera della Slapsak Le farà sapere meglio della mia che il poco che è stato fatto è stato comunque fatto con grande amore ed entusiasmo.

Grazie delle Sue preghiere. Anch’io non La dimenticherò sulla tomba del nostro grande confratello S. Antonio.

fra Placido Cortese