Milano, 19 dicembre 1933 – Lettera alla sorella Nina

Milano, 19 dicembre 1933 – Lettera alla sorella Nina

Padre Placido, scrivendo alla sorella Nina da Milano, dove è giunto da pochi giorni, parla delle mansioni che gli sono state affidate.

[inserire 4 foto dell’autografo Lettera_19_Dic_1933_Milano A B C D]

Convento dei Frati Minori Conventuali Milano
Viale Corsica, 68 – Telefono 54-527

19.XII.1933

Nina,

eccomi con te, con mamma con Tone, con tutti i nostri per gli auguri delle prossime feste del Natale. Ancora e sempre lontano per una festa nella quale tutti cercano d’esser vicini. La preghiera e il ricordo ci unirà. Tu mi chiedi lunga lettera invece sarò breve perché devi vedere a quante lettere devo rispondere. Tanti aspettano la mia parola, è bene che la scriva dato che non la posso dire e così rimandiamo ancora la promessa. Però con poche parole ti posso dire tutto:

1) mi trovo benissimo;

2) il lavoro anche qui non manca: sono in Convento: Esattore, Sacrista e ho l’Officio parrocchiale. Devo poi pensare a scrivere il nostro periodico che giungerà a voi mensilmente. Poi non mancano le confessioni e il servizio della nostra Cripta. Vedi che mi saresti necessaria per la pulizia se fosti a Milano!

P. CORTESE NEL CONVENTO DI MILANO, 1936

P. Cortese nel convento di Milano, 1936

Trovo però più tempo libero che a Padova e così anche qui mi metto in Biblioteca. Frequento la Biblioteca Ambrosiana, quella nella quale era Prefetto – prima d’esser Papa – Mons. Ratti! – Domenica ho predicato: abbastanza bene ma andrà sempre meglio. Domenica prossima dovrò cantare Messa in Ambrosiano (un canto come il chersino che devo imparare) e predicare! Prega per me che faccia bene. – Faccio poi la Domenica catechismo nella VI classe. Ecco il mio lavoro. Va bene? Che dici? Meglio questa varietà che l’immobilità mortuaria del Santo. Credo anch’io di sì. Lì aspettavano che morissi presto – aspettavano no: dicevano per spaventarmi che la salute se ne andrà, qui invece fiorirà. Ti dico che sto benissimo. Anche a Milano la neve è alta ma non fiocca più da 3 giorni e in città l’han portata via. Le nostre camerette – la mia pure – è riscaldata: abbiamo il termosifone –. Che lusso! Ora il centro promesso mi servirebbe: ho una bella stanzina con sole e luce. Anche la cotta qui mi va bene! Vedi che eri te che mi volevi Parroco quando me l’hai fatta: era quello un tacito augurio! Giorgio è contento dell’idrovolante? Che dici? Anche a Meri pensavo di mandare qualche cosa ma dille che ormai Lei è grande e non sapevo cosa mandarle.

Scrivi, scrivimi: ti metto anche il bollo. Pensa che il Prof. Martinolli di Perugia me n’ha dato per 20 £.: così possa scrivere. Qualcosa anche a te e a Tone per le feste prossime.

Lasciami ora che vada a rispondere a 14 lettere di questi giorni! Vedi che mi ricordano e mi volevano bene a Padova. Ma nostalgia non ne sento e perciò puoi stare contenta. Auguri, Auguri, Auguri, Auguri a Mamma, a Tone, a te, a tutti con l’abbraccio e il bacio

Vostro Mico