Materiale integrativo

Materiale integrativo

Gli esperti in Storia ed Archivistica, componenti la cosiddetta Commissione Storica nella parte finale dell’inchiesta diocesana (p. Apollonio Tottoli, sig. Ivo Jevnikar) continuano la ricerca di ulteriore materiale in varie direzioni non pienamente esplorate durante quell’inchiesta, sia in Italia, in Vaticano, che in altri paesi. Una direzione interessante si rivela l’Archivio Segreto Vaticano, soprattutto nella sezione della Nunziatura in Italia, il cui Titolare negli anni della Seconda Guerra mondiale come in quelli antecedenti era il medesimo Delegato Pontificio per la Basilica del Santo a Padova, S. Ecc. Mons. Francesco Borgongini Duca, in seguito ricompensato con la porpora cardinalizia per i suoi innumerevoli meriti. Forse ancora più interessante la direzione degli Archivi di Guerra delle Forze Alleate; sia di Washington come di Londra, che rivelano informazioni interessantissime sull’attività del Servo di Dio nella famosa via della salvezza verso la Svizzera, come sugli ultimi giorni trascorsi nel bunker di piazza Oberdan a Trieste.

Il complesso di tale materiale mostra come il Servo di Dio, chiamato nel febbraio 1943  [Ma da certa documentazione sembra poter inferire che p. Placido aveva iniziato la sua opera di assistenza nel campo di Chiesanuova fin dalla sua apertura, nell’agosto 1942] dall’autorità ecclesiastica a continuare quanto cominciato alcuni mesi prima, cioè ad espletare un servizio spirituale ma anche assistenziale agli internati sloveni e croati in ben 5 campi di internamento: Chiesanuova (Pd), Monigo (Tv), Visco (Ud), Gonars (Ud), fino a Renicci di Anghiari (Ar) [Non sappiamo se fu coinvolto negli altri campi di Poggio Terzarmata/ Zdravščine (Go), Fossalon di Grado (Go), come probabilmente mai arrivò al più desolante dei tanti: Arbe (nell’isola oggi Croata di Rab)], svolse tali servizi in maniera generosa, disinteressata, totalizzante. Dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, p. Placido si lasciò coinvolgere in un campo d’azione più allargato ed aderì al Fra-Ma, movimento di resistenza fondato dai docenti universitari Ezio Franceschini (Milano) e Concetto Marchesi (Padova), operando non solo in favore di ex-internati, ma anche di altri perseguitati politici, di ebrei, di membri della resistenza e di prigionieri di guerra alleati o semplicemente soldati trovatisi dietro le linee nemiche, e diresse a Padova un’organizzazione segreta che li aiutava a raggiungere la salvezza nella neutrale Svizzera; egli rimase in campo anche dopo essere stato avvisato di essere ricercato dai nazisti e fascisti, mentre altri responsabili di quella rete si erano anch’essi già rifugiati in Svizzera. Infine dopo essere stato catturato con l’inganno di un traditore l’8 ottobre 1944, resistette alle atroci torture di cui fu oggetto e, benché ridotto in condizioni fisiche pietose (come lo videro diversi testimoni oculari), donò la sua vita per gli altri e morì senza aver aperto bocca, come affermarono diverse fonti e come risultò chiaro dopo la sua scomparsa. Tali eventi sono stati testimoniati in diversi libri apparsi negli ultimi anni.

Questa progressione, questo crescendo di impegno, sacrificio e donazione risulta chiaro nel materiale integrativo raccolto in quegli anni intermedi e consegnato nel marzo 2010. A questo punto il Congresso Ordinario della Congregazione delle Cause dei Santi concede finalmente il voto di validità dell’inchiesta diocesana il 4 giugno 2010, ma cambiando il lemma della causa, da “presunto martirio” ad “eroicità delle virtù”. Tuttavia concede che questo possa essere ridiscusso se il relatore che sarebbe stato nominato avesse sostenuto la possibilità di imbastire una Positio con il lemma originario del martirio. Nominato come relatore Padre Zdzisław Kijas OFM Conv. il 10 dicembre 2010, ed esaminata la Copia Pubblica, il 28 luglio 2011 egli conferma al postulatore la decisione del Congresso, per cui il successivo 30 luglio il Segretario della Congregazione suggerisce di riprendere l’inchiesta diocesana con il nuovo vescovo di Trieste, S. Ecc. Mons. Giampaolo Crepaldi, per interrogare i testimoni ancora viventi sull’eroicità delle virtù del Servo di Dio, e magari aggiungendo altri testimoni.