di Davide Romanin Jacur – Ronzani Editore, 2020, pp. 335
Come scrive Antonia Arslan nella prefazione, KZ Lager (KZ sta per “Konzentration”, campo di concentramento) “è un libro che racconta un percorso, insieme rigoroso ed emotivo, attraverso ventitré campi di concentramento e di sterminio: da Bergen-Belsen a Buchenwald, da Dachau a Mauthausen, sino ad Auschwitz, luoghi dove Davide Romanin Jacur ha accompagnato, in oltre cinquanta viaggi, gruppi di studenti o adulti.
L’opera si distingue per l’ordine e la razionalità della descrizione, accompagnata dalla riflessione personale dell’autore, che non nasconde la sua emozione di ebreo partecipe della tragedia del suo popolo e di uomo posto di fronte al mistero della cattiveria umana. Il testo è corredato da fotografie, carte geografiche, e alcuni testi scritti dai ragazzi che hanno partecipato ai viaggi: viaggi della conoscenza prima che della memoria; una conoscenza austera e controllata, eppure ricca di infinite sfumature di pathos”.
Illuminante, anche per una corretta lettura della tragedia della Shoah e della ‘memoria’ da conservarne, è l’articolo a commento dell’opera di Davide Romanin Jacur apparso su Il Mattino di Padova del 19 dicembre 2020, a firma di Francesco Jori.
Nel libro di Romanin Jacur si accenna anche a Padre Placido (pag. 121), nel capitolo dedicato alla Risiera di San Sabba di Trieste, “l’unico campo di concentramento in Italia dove furono eseguite pratiche di sterminio”. “A San Sabba furono condotti di passaggio gli ebrei padovani (e qualcuno delle province vicine), precedentemente raccolti nella villa di Vo’ Euganeo (Vo’ Vecchio); e venne torturato fino alla morte Padre Placido Cortese…”. In realtà egli subì le torture e fu ucciso nella sede della Gestapo di piazza Oberdan, mentre il suo corpo, con ogni probabilità, finì nel forno crematorio della Risiera di San Sabba.
Anno edizione: Ronzani Editore, 2020
disponibile in italiano