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Pasqua di Risurrezione 2024 – Rifiorisca la speranza!

 

A tutti gli amici di Padre Placido, “martire della carità e del silenzio”, giungano gli auguri cordiali di pace e speranza in Cristo Risorto, vincitore di ogni male.

Ci accompagnino in questa Pasqua 2024, le parole di Papa Francesco (e preghiamo per lui):

Cari fratelli e sorelle, Gesù è entrato in Gerusalemme come Re umile e pacifico: apriamo a Lui i nostri cuori! Solo Lui ci può liberare dall’inimicizia, dall’odio, dalla violenza, perché Lui è la misericordia e il perdono dei peccati. Preghiamo per tutti i fratelli e le sorelle che soffrono a causa della guerra; in modo speciale penso alla martoriata Ucraina, dove tantissima gente si trova senza elettricità a causa degli intensi attacchi contro le infrastrutture che, oltre a causare morti e sofferenze, comportano il rischio di una catastrofe umanitaria di ancora più ampie dimensioni. Per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina! E pensiamo a Gaza, che soffre tanto, e a tanti altri luoghi di guerra.

 Papa Francesco
24 marzo 2024, Domenica delle Palme

 

UNA VITA PER LA PACE E L’UNITÀ DELLA CHIESA
Max Josef Metzger, sacerdote e martire
(1887-1944)

 

Max Josef Metzger
sacerdote e martire

Il 14 marzo 2024, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto riguardante:

il martirio del Servo di Dio Max Josef Metzger, Sacerdote diocesano, Fondatore dell’Istituto Secolare Societas Christi Regis; nato il 3 febbraio 1887 a Schopfheim (Germania) e ucciso in odio alla fede il 17 aprile 1944 a Brandenburg-Görden (Germania).

Così la notizia apparsa nel bollettino quotidiano della Sala Stampa della Santa Sede. Si attende ora che sia stabilita la data della beatificazione di questo coraggioso testimone di Cristo, che si oppose con fierezza all’ideologia hitleriana, causa di infinite sofferenze e lutti in Germania e in Europa.

Si tratta di una figura e di una testimonianza di grande attualità, che molto ha da dire anche alla nostra generazione, mentre in Europa continuano a soffiare venti minacciosi di guerra, e la Chiesa stessa non va immune da tensioni e contrapposizioni interne, che ne mettono in pericolo l’unità.

 

Max Josef Metzger (1877-1944) morì come martire “per la pace del mondo e l’unità della Chiesa”. Ordinato sacerdote nel 1911, fu cappellano dell’esercito tedesco durante la prima guerra mondiale. Tornò dal fronte con la convinzione che il più grande servizio che la Chiesa era chiamata a compiere, era quello a servizio dell’unità tra gli uomini, di cui l’unità tra i cristiani doveva essere il primo indispensabile passo. Scrisse a Pio XII una lettera profetica in questa direzione, prefigurando la necessità della convocazione di un concilio ecumenico. Nel 2006 venne avviata la causa di beatificazione, giunta ora all’importante traguardo del decreto sul martirio.

Metzger, sacerdote cattolico, aveva le idee chiare. Dopo aver ascoltato un discorso di Hitler, al potere da solo due settimane (arrivò alla Cancelleria tedesca nel 1933, concentrò nelle sue mani i poteri dello Stato nel 1934), scrisse: «Si tratta di un vero e proprio isterico, malato di mente, di un bruto del peggior genere… migliaia di uomini dovranno perdere la vita».
Sempre con modalità non violente, Metzger lottò fin dal primo istante contro il nazismo promuovendo il vero antidoto contro di esso, cioè la cultura della pace e dell’unità tra i popoli. Per questo venne più volte incarcerato, fino alla condanna a morte eseguita il 17 aprile 1944 con decapitazione mediante la ghigliottina. Forse non tutti sono a conoscenza che il nazismo ricorse anche a queste ‘raffinatezze’ per sopprimere i suoi avversari…

 

Lettere Metzge

Del martire Max Josef Metzger (Fratel Paulus, era il nome che si era dato nella sua Associazione) si conservano le lettere (pubblicate anche in Italia), di straordinario coraggio, scritte nel braccio della morte della famigerata prigione di Brandenburg-Görden, in attesa dell’esecuzione capitale.
Metzger aveva le mani ininterrottamente legate. Tale situazione, che portava normalmente i detenuti alla disperazione e alla pazzia, a lui non fece mai perdere la lucidità, la gioia di vivere, la cura per gli altri. Le sue lettere, scritte con le mani legate, sono un documento straordinario della forza immortale della verità: vi si trovano passi di lungimirante analisi socio-politica, di forte spessore ecumenico, di grande profondità mistica e spirituale. Egli fu sempre consapevole che l’impegno per la pace e l’ecumenismo, nonché il rifiuto della statolatria del Reich in nome del primato di Cristo, potevano costargli la vita.

 

Anche nella vicenda di Max Josef Metzger possiamo toccare con mano, quasi, la grande forza, l’ammirabile coerenza e l’incrollabile fede, doni dello Spirito di Dio, che hanno accompagnato e sostenuto i coraggiosi testimoni di Cristo in ogni epoca storica.

Pur in circostanze e contesti diversi, non mancano le analogie con la vicenda del nostro Venerabile Padre Placido Cortese, anch’egli caduto nelle mani di quella Gestapo che aveva lo scopo di investigare e combattere tutte le tendenze pericolose per lo stato hitleriano, e le cui azioni non erano limitate dalla legge o soggette a revisione giudiziaria. In pratica, la Gestapo non rendeva conto a nessuno del suo operato!

Ci fa bene leggere quanto il sacerdote e martire Max Josef Metzger scriveva, “con le mani legate”, dalla sua dolorosa prigionia:

Rivolgo il mio sguardo alla tua santa Croce, mio Redentore e Salvatore! Tu hai patito la morte, ma essa non ti ha sconfitto. Il terzo giorno sei risuscitato vittorioso dai morti, come “primizia di quelli che dormono” (1Cor 15,20). Sì, tu stesso lo avevi detto: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, anche se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno…” (Gv 11,25). Perciò ne sono sicuro: la morte non sarà nemmeno per me la fine; essa è piuttosto una porta verso la vita che Dio ha preparato per quelli che lo amano.

26 novembre 1943

 
Pietra inciampo Max Josef Metzger

La Pietra d’inciampo dedicata a Max Josef Metzger

Un’ora prima della sua esecuzione, fu concesso al condannato Metzger di scrive alla sua comunità questo toccante messaggio di congedo:

Miei carissimi fratelli e sorelle! Ora il Signore mi chiede il sacrificio della vita. Io pronuncio il mio lieto “sì” alla Sua volontà. A Lui, infatti, ho offerto la vita per la pace del mondo e l’unità della Chiesa. Lui la vuole. Possa Lui benedirla! Prendo commiato da voi, domandandovi perdono per tutte le volte in cui non sono stato per voi quell’esempio che vi avrebbe fatto sentire di essere trascinati verso Lui. Egli stesso sia ora il vostro Pastore! Rimanete fedeli alla Societas Christi Regis! Che Dio possa farne ancora uno strumento secondo la Sua volontà! Egli deve essere Re! Devo chiudere… Il Signore vi benedica tutti e vi dia un cuore lieto per poter servire! Servite Lui nei fratelli! Sono contento d’avervi ancora potuto lasciare un piccolo testamento spirituale. Sia fatta la Sua volontà! In te speravi!

Fedele sino all’ultimo!
Fratel Paulus della Divina Provvidenza
(Max Josef Metzger)
17 aprile 1944

 

GIORNATA DELLA MEMORIA 2024
Ritroviamo le parole giuste

 

Padova – Piazza del Santo:
La Pietra d’inciampo
dedicata a Padre Placido Cortese

 

Ritorna la «giornata della memoria», ma quest’anno la commemorazione della Shoah, fissata al 27 gennaio, assume un significato particolare, mentre non accenna a spegnersi il drammatico conflitto che dal 7 ottobre insanguina la Terra Santa, dopo gli attacchi di Hamas contro Israele e la dura reazione dello stato israeliano. Facciamo nostra la riflessione offerta in questi giorni da Avvenire, con un articolo firmato da Paolo Ferrario, che presenta un documento «sull’utilizzo corretto dei termini» nelle attuali circostanze, a cura dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia, presieduta da Noemi Di Segni. Il 7 ottobre, «quando il mondo è cambiato», sembra aver dato la stura a forme anche estreme di antisemitismo. Non ci sfugge la situazione drammatica in cui si trova ora la popolazione civile palestinese di Gaza, sconvolta da una guerra che, lungi dal risolvere i problemi, non fa che esasperare le divisioni e le contrapposizioni tra due popoli, chiamati a convivere, nonostante tutto, nello stesso territorio. E in pace!

Ritrovare le parole giuste, secondo il loro preciso significato, disarmare innanzitutto i cuori, coltivare pensieri di pace e di riconciliazione, è il compito urgente che attende tutte le persone di buona volontà nell’attuale grave situazione internazionale. L’esempio di tanti “giusti”, di sante persone come il nostro Venerabile Padre Placido Cortese, sia per tutti un invito all’impegno civile, alla preghiera in quanto credenti, alla vigilanza per contrastare il riemergere di oscure e aberranti ideologie.

 

GIORNATA DELLA MEMORIA 2024

 

“Il Domenicale di San Giusto”, newsletter settimanale della Diocesi di Trieste, nel numero di domenica 28 gennaio 2024, riporta una bella intervista a Ivo Jevnikar, che sintetizza puntualmente quanto sappiamo su “Padre Placido Cortese, il martire della carità e del silenzio”, grazie all’instancabile ricerca che Ivo ha condotto fin “da ragazzino”, come egli testimonia, una “passione” che molto ha contribuito a far conoscere e amare la figura del nostro Venerabile, e che lo colloca giustamente tra i “massimi esperti” di Padre Cortese, come si esprime l’intervistatore. Cogliamo questa occasione per rinnovare all’amico Ivo la nostra gratitudine per la sua instancabile e apprezzata attività, mentre già siamo protesi a ricordare l’ottantesimo del martirio di Padre Placido, il prossimo novembre.

GIORNATA DELLA MEMORIA 2024

GIORNATA DELLA MEMORIA 2024

 

Thiene - Giornata Memoria 2024

Carla Liliana Martini (1926-2017), assieme alle sorelle Teresa, Renata e Lidia, partecipò attivamente, nonostante la giovanissima età (aveva appena 17 anni), alle attività clandestine di soccorso, coordinate a Padova da Padre Placido Cortese, nei confronti dei militari alleati, degli ebrei e di altri perseguitati, dopo l’8 settembre 1943 e fino 14 marzo 1944, quando venne arrestata dalla SS tedesca assieme alla sorella Teresa, per essere incarcerata prima a Venezia e successivamente deportata nel lager di Mauthausen. Ritornò a Padova alla fine della guerra e pubblicò le sue memorie nel 2005. “Catena di salvezza” (EPM, Padova) è una testimonianza preziosa, offerta alla memoria collettiva, “affinché quanto è avvenuto con vergogna dell’umanità tutta non abbia a ripetersi”. Carla Liliana Martini ha testimoniato anche nell’inchiesta diocesana di Trieste, quando è stata introdotta la causa di beatificazione di Padre Placido.

Dopo il matrimonio con Carlo De Muri, Carla Liliana dimorò per qualche tempo a Bassano del Grappa e quindi si stabilì a Zanè, paese confinante con Thiene, in provincia di Vicenza. Prossimamente il comune di Zanè dedicherà la nuova Scuola primaria da poco ultimata, a “Carla Liliana Martini”, un meritato riconoscimento!

 

padre Placido di profilo

padre Placido nel chiostro

PADRE PLACIDO CORTESE

 

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CANONIZZAZIONE
La Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Venerabile Servo di Dio Placido Cortese (al secolo: Nicolò) sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali