Pubblicazioni: MARIA BORGATO – Ravensbrück, solo andata

Pubblicazioni: MARIA BORGATO – Ravensbrück, solo andata

di Cristina Sartori – Edizioni Messaggero Padova, 2020, pag.130

prefazione di Livia Turco

MARIA BORGATO – Ravensbrück, solo andata

La Serva di Dio Maria Borgato (al Battesimo: Luigia Maria Pulcheria, solo Luigia sulla carta d’identità) nasce a Saonara, in provincia di Padova, il 7 settembre 1898. Desiderosa di consacrarsi a Dio e di partire missionaria, viene respinta da varie congregazioni a causa di una menomazione fisica: è nata, infatti, con una lussazione all’anca destra. Per mantenersi lavora come ricamatrice. In seguito entra nella Compagnia di Sant’Angela Merici, che le permette di vivere la consacrazione restando in famiglia. Dopo l’8 settembre 1943, coinvolge tutto il suo paese nell’aiutare i prigionieri sbandati. Insieme alla nipote Delfina, entra poi nel gruppo di solidarietà fondato dal francescano padre Placido Cortese (singolare la coincidenza di analogo handicap fisico in questi Servi di Dio, con il conseguente incedere claudicante in entrambi) per far espatriare in Svizzera il maggior numero possibile di fuggitivi. La loro azione dura fino al 13 marzo 1944, quando un gruppo di tedeschi e fascisti irrompe nella loro abitazione. Maria e Delfina vengono imprigionate, ma si separano al momento di essere trasferite nei campi di concentramento. La zia viene deportata a Ravensbrück, dove, tra umiliazioni e patimenti, consola le compagne di prigionia e prega continuamente. Muore intorno alla fine di aprile del 1945; il suo corpo viene bruciato nel forno crematorio. L’inchiesta diocesana per la sua causa di beatificazione e canonizzazione, volta a dimostrare il suo martirio in odio alla fede, si è svolta a Padova dal 14 gennaio 2015 al 6 ottobre 2018 (fonte del profilo biografico: santiebeati.it).

Scrive l’autrice, all’inizio della sua opera:

“Maria Borgato è una di quelle persone speciali che ha vissuto una vita straordinaria in un’apparente normalità. Nella sua quotidianità è stata capace di gesti di altruismo che hanno fatto la differenza tra la vita e la morte per centinaia di persone. Guardando la foto di questa signora dall’aspetto mite, protagonista di una vita apparentemente semplice e lineare, nessuno avrebbe potuto immaginare quanta forza e quanta decisione ella custodisse nel proprio cuore, alimentate da una fede profonda, autentica, incrollabile anche nei momenti più drammatici della sua avventura umana. Nell’avvicinarmi alla sua vita – così come a quella di padre Cortese e di tutte le meravigliose Persone che con lui hanno collaborato e con le quali ho avuto l’onore e il privilegio di parlare prima che compissero il loro cammino terreno – mi sono sempre chiesta: «Perché hanno fatto tutto ciò?» e soprattutto: «Io al loro posto ne sarei stata capace?». So per certo che non sarei stata all’altezza di tale eroismo; credo che sia davvero un gesto altissimo quello di donare la propria vita per persone sconosciute, che non sono parenti né sono amici. Persone di cui non sai il nome e che, per certo, non rivedrai mai più. Questo faceva Maria Borgato, e con lei la nipote Delfina, in quei mesi durissimi dopo la firma dell’Armistizio. E la loro risposta a queste domande era la più semplice e convincente: «Non si poteva dire di no».

Ognuno di noi praticamente ogni giorno si trova dinanzi alla facoltà di scegliere, nei più svariati ambiti della propria esistenza. Ma quante volte si sceglie mettendo il Bene del Prossimo dinanzi al proprio?

Le Persone che decidono di compiere questa scelta intravedono sul loro cammino la luce della Santità. Ed è per questo che con enorme rispetto ho tentato di raccontare la storia di Maria Borgato, ricostruita soprattutto grazie al racconto di lei restituito dalla nipote Delfina Borgato che con la zia ebbe la sventura di vivere sulla nuda pelle la crudeltà umana”.

Cristina Sartori, giornalista professionista, collabora con la Basilica di S. Antonio in occasione di eventi particolari e nel 2018 è stata nominata “Padovana Eccellente” per meriti culturali.

Per le Edizioni Messaggero Padova ha pubblicato nel 2010 il libro: Padre Placido Cortese, – La sua vita, dono del silenzio


Rassegna Stampa

Il settimanale del Corriere della Sera così presenta la pubblicazione:

Recensione del giornalista Aldo Cazzullo nel settimanale del Corriere della Sera “Io Donna”, 16 gennaio 2021


Il settimanale della diocesi di Treviso “La Vita del Popolo” così presenta la pubblicazione:

La recensione apparsa sul settimanale della diocesi di Treviso “La Vita del Popolo”, 24 gennaio 2021


La diretta Facebook per la Giornata della Memoria: PIETRE D’INCIAMPO, con gli interventi di Livia Turco e del Rabbino di Padova Adolfo Locci – 27 gennaio 2021: