Ritroviamo le parole giuste
Ritorna la «giornata della memoria», ma quest’anno la commemorazione della Shoah, fissata al 27 gennaio, assume un significato particolare, mentre non accenna a spegnersi il drammatico conflitto che dal 7 ottobre insanguina la Terra Santa, dopo gli attacchi di Hamas contro Israele e la dura reazione dello stato israeliano. Facciamo nostra la riflessione offerta in questi giorni da Avvenire, con un articolo firmato da Paolo Ferrario, che presenta un documento «sull’utilizzo corretto dei termini» nelle attuali circostanze, a cura dell’Unione delle Comunità ebraiche in Italia, presieduta da Noemi Di Segni. Il 7 ottobre, «quando il mondo è cambiato», sembra aver dato la stura a forme anche estreme di antisemitismo. Non ci sfugge la situazione drammatica in cui si trova ora la popolazione civile palestinese di Gaza, sconvolta da una guerra che, lungi dal risolvere i problemi, non fa che esasperare le divisioni e le contrapposizioni tra due popoli, chiamati a convivere, nonostante tutto, nello stesso territorio. E in pace!
Ritrovare le parole giuste, secondo il loro preciso significato, disarmare innanzitutto i cuori, coltivare pensieri di pace e di riconciliazione, è il compito urgente che attende tutte le persone di buona volontà nell’attuale grave situazione internazionale. L’esempio di tanti “giusti”, di sante persone come il nostro Venerabile Padre Placido Cortese, sia per tutti un invito all’impegno civile, alla preghiera in quanto credenti, alla vigilanza per contrastare il riemergere di oscure e aberranti ideologie.
“Il Domenicale di San Giusto”, newsletter settimanale della Diocesi di Trieste, nel numero di domenica 28 gennaio 2024, riporta una bella intervista a Ivo Jevnikar, che sintetizza puntualmente quanto sappiamo su “Padre Placido Cortese, il martire della carità e del silenzio”, grazie all’instancabile ricerca che Ivo ha condotto fin “da ragazzino”, come egli testimonia, una “passione” che molto ha contribuito a far conoscere e amare la figura del nostro Venerabile, e che lo colloca giustamente tra i “massimi esperti” di Padre Cortese, come si esprime l’intervistatore. Cogliamo questa occasione per rinnovare all’amico Ivo la nostra gratitudine per la sua instancabile e apprezzata attività, mentre già siamo protesi a ricordare l’ottantesimo del martirio di Padre Placido, il prossimo novembre.
Carla Liliana Martini (1926-2017), assieme alle sorelle Teresa, Renata e Lidia, partecipò attivamente, nonostante la giovanissima età (aveva appena 17 anni), alle attività clandestine di soccorso, coordinate a Padova da Padre Placido Cortese, nei confronti dei militari alleati, degli ebrei e di altri perseguitati, dopo l’8 settembre 1943 e fino 14 marzo 1944, quando venne arrestata dalla SS tedesca assieme alla sorella Teresa, per essere incarcerata prima a Venezia e successivamente deportata nel lager di Mauthausen. Ritornò a Padova alla fine della guerra e pubblicò le sue memorie nel 2005. “Catena di salvezza” (EPM, Padova) è una testimonianza preziosa, offerta alla memoria collettiva, “affinché quanto è avvenuto con vergogna dell’umanità tutta non abbia a ripetersi”. Carla Liliana Martini ha testimoniato anche nell’inchiesta diocesana di Trieste, quando è stata introdotta la causa di beatificazione di Padre Placido.
Dopo il matrimonio con Carlo De Muri, Carla Liliana dimorò per qualche tempo a Bassano del Grappa e quindi si stabilì a Zanè, paese confinante con Thiene, in provincia di Vicenza. Prossimamente il comune di Zanè dedicherà la nuova Scuola primaria da poco ultimata, a “Carla Liliana Martini”, un meritato riconoscimento!