Pubblicazioni

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Sempre durante il 2022, sono balzate all’evidenza alcune iniziative editoriali. Ringraziamo Ivo Jevnikar che, essendosi imbattuto, nelle sue ricerche, nelle Memorie del sergente britannico Ernest Charles Roland Barker (1919-1953), pubblicate in Inghilterra nel 2021, curate da Michael Kelly, non ha esitato a segnalarle. Il titolo in italiano suona così:

Dietro le linee nemiche con SOE (Special Operations Executive) – Maggiore Ernest Charles Roland Barker BEM (British Empire Medal) – Introduzione e note di Michael Kelly, prima pubblicazione in Gran Bretagna nel 2021, Frontline Books ed.

L’allora sergente E. C. R. Barker, cadde prigioniero dei tedeschi durante un’operazione speciale in Friuli nel 1944 e portato per gli interrogatori nel quartier generale della Gestapo a Trieste, nei giorni in cui anche Padre Placido Cortese era trattenuto nello stesso luogo per essere interrogato e torturato a morte (ottobre-novembre 1944).

In qualità di sergente nel Royal Corps of Signals, Barker venne assegnato allo Special Operations Executive (SOE) e seguì l’addestramento da paracadutista. Prese parte all’operazione Arundel, nell’ambito della missione CLOWDER, come operatore radio. Con il comandante dell’operazione, il capitano Patrick G. B. Martin-Smith (1917-1995), fu paracadutato in Carnia nel luglio 1944. Le Memorie di Martin-Smith vennero pubblicate in Italia (ma non in Inghilterra): Friuli ’44 – Un ufficiale britannico tra i partigiani, Del Bianco Editore Udine, 1991. Vi troviamo un significativo accenno a Padre Placido Cortese (a pag. 195).

 

Sergente Barker Memorie
Capitano P. G. B. Martin-Smith
Friuli '44 - Un Ufficiale britannico tra partigiani
Sergente E. C. R. Barker
Friuli '44 - Un Ufficiale britannico tra partigiani - pag 195
Kuala Lumpur (Malesia) - Tomba del Maggiore E. C. R. Barker,
British Empire Medal, + 21 gennaio 1953, di anni 34]

Il compito della squadra speciale era di trovare accessi sicuri verso l’Austria e infiltrarsi come agenti per incoraggiare la resistenza contro i nazisti.

Nella missione Barker era assieme al maggiore Bill Smallwood, che rimase ferito. Sia Smallwood che Barker furono successivamente catturati dai tedeschi.

Barker fornisce un vivido resoconto degli ‘interrogatori’ delle SS e della Gestapo, descrivendo l’ambiente e il clima in cui si trovò coinvolto. Nonostante le minacce e le terribili condizioni, non rivelò la vera natura della missione. Occorre aggiungere che Barker, essendo prigioniero di guerra, era protetto dalle convenzioni internazionali e non subì torture, che invece erano riservate ad altri prigionieri, come quelli “politici”, e tra questi la Gestapo incluse anche Padre Cortese.

Sopravvissuto a queste esperienze, il sergente Barker fu incarcerato nello Stalag Luft XVII in Austria meridionale. Riuscì tuttavia a fuggire e raggiunse l’Ungheria, da dove, come riferisce nel resoconto del suo servizio in tempo di guerra, fu rimpatriato nel Regno Unito.

Dopo la guerra Barker decise di rimanere nell’esercito britannico. Promosso maggiore, divenne ufficiale comandante nel 22° Reggimento SAS (Servizio Aereo Speciale) in Malesia; qui morì prematuramente, a seguito di un incidente di elicottero nel gennaio del 1953, prima che potesse vedere realizzato il progetto di pubblicazione delle sue Memorie. La sua tomba è a Kuala Lumpur.

Nella pubblicazione, il curatore Michael Kelly ha inserito l’Affidavit di Barker (nel diritto britannico e statunitense è una dichiarazione scritta e giurata, o affermazione solenne davanti a un magistrato o pubblico ufficiale, avente valore in giudizio come prova), per la parte riguardante l’importante testimonianza del sergente inglese su Padre Cortese (non conoscendone il nome, lo definisce ‘il parroco della chiesa di S. Antonio, a Padova’), raccolta durante l’inchiesta militare svoltasi a Londra nel novembre 1945. L’Affidavit di Barker ci era già noto, essendo stato rintracciato a suo tempo da Ivo Jevnikar. Questo il testo, con la premessa, riportato alla pag. XIX dell’introduzione:

Fr Placido’s confessional was at the Basilica of St Anthony in Padua, Italy. The Basilica became a safe haven for many people who were in danger of being sent to Nazi death Camps, and Fr Cortese arranged escape routes for these people and for many British and Allied ex-prisoners of war and escapees, and it is thought that he save the lives of hundreds of people. He was often heard to say, ‘You cannot remain a spectator in war’. On 8 October 1944, he was betrayed by an informer, lured out of the sanctity of the Basilica by someone he knew, and arrested by the Gestapo. He was taken to Trieste and the Gestapo HQ where he was tortured remorselessly. It wash here where Sergeant Barker saw him in a pretty sorry state. In November 1945, Barker deposited an attestation detailing what he saw:

I myself saw many prisoners [in the bunker], Croats, Italians, and other nationalities who had been ill treated, had their limbs broken and had received so-called ‘electrical treatment’ which had often resulted in burns and other injuries to the body. There was in particular an Italian priest, the parish priest of San Antonio Church [sic], Padua, whose nails had been extracted by force, whose arms had been broken, whose hair had been burned off and who bore the marks of repeated floggings on his body. I was afterwards told taht he was shot.

In anhoter part the affidavit Barker states, ‘This man had helped British POW…’.

In fact, Father Cortese suffered inhuman torture by the Gestapo… Throughout, he refused to divulge the names of his collaborators, a truly brave and courageous man. On 29 January 2002 the beatification of Fr Placido was initiated in the Diocese of Trieste.

Il confessionale di Padre Placido si trovava nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, Italia. La Basilica divenne un rifugio sicuro per molte persone che rischiavano di essere mandate nei campi di sterminio nazisti, e Padre Cortese organizzò vie di fuga per queste persone e per molti ex prigionieri di guerra e fuggiaschi britannici e alleati, e in questo modo salvò la vita di centinaia di persone. Diceva: «Non si può rimanere spettatori in guerra». L’8 ottobre 1944 fu tradito da un informatore, chiamato fuori dal luogo sacro della Basilica da qualcuno che conosceva e arrestato dalla Gestapo. Fu portato a Trieste, nel quartier generale della Gestapo dove fu torturato senza pietà. Qui il sergente Barker lo vide in uno stato penoso. Nel novembre 1945, Barker rilasciò la sua testimonianza dettagliata di quanto aveva visto:

Io stesso ho visto molti prigionieri [nel bunker], croati, italiani e di altre nazionalità che erano stati maltrattati, avevano gli arti fratturati e avevano ricevuto il cosiddetto ‘trattamento elettrico’ che spesso provocava ustioni e altre lesioni al corpo. C’era in particolare un prete italiano, il parroco della chiesa di Sant’Antonio [sic], a Padova, al quale erano state estratte le unghie, spezzate le braccia [da intendere anche ‘mani’], bruciati i capelli e che portava i segni di ripetute fustigazioni sul suo corpo. In seguito mi è stato detto che gli avevano sparato.

In un’altra parte della dichiarazione giurata Barker afferma: ‘Quest’uomo aveva aiutato i prigionieri di guerra britannici… (POWs)’. Padre Cortese, infatti, subì torture disumane da parte della Gestapo… Per tutto il tempo si rifiutò di rivelare i nomi dei suoi collaboratori, un uomo veramente coraggioso. Il 29 gennaio 2002 è stata avviata nella Diocesi di Trieste la causa di beatificazione di Padre Placido.

Trieste, Piazza Oberdan

Trieste, Piazza Oberdan – L’edificio già sede della Gestapo

Nell’inserto fotografico del volume, tre immagini sono dedicate a Padre Cortese, estratte dal nostro sito internet (anche se il credito riportato è ‘Barker family’).