Il Messaggero di S. Antonio – Settembre 1942: Luce perenne

Il Messaggero di S. Antonio – Settembre 1942: Luce perenne

In questo editoriale Padre Placido mette in evidenza il fascino che si irradia dalla testimonianza di santità di Antonio di Padova e dalla sua Basilica: suggestiva l’immagine del faro perenne di luce, che guida e affascina, portando gli uomini inqueti che solcano i mari oscuri e agitati dell’esistenza al porto sicuro, l’incontro con Dio. In queste righe si può leggere, come in filigrana, il vissuto sacerdotale del Servo di Dio: la sua carità, la sua preghiera.

Ogni volta che ci accostiamo a questo nostro Santo – e noi lo conosciamo già – sentiamo crescere la sua grandezza morale e in noi aumenta la fiducia nella sua intercessione presso Dio.

E non è solo un bisogno di favori temporali che attendiamo ma miracoli spirituali perché vogliamo sentire e vivere la nostra fede, perché vogliamo essere più vicini al cuore di Gesù. Il Santo ci porta a questo, ci apre un cammino di luce fra tante tenebre e ritorna in noi la fiducia nella vita che consideriamo, anche nel dolore, un grande dono di Dio.

Questa la luce di bontà e di santità che irradia da più di sette secoli dal suo sepolcro. Ecco perché la sua Arca è tanti circondata di amore, perché l’umile popolano e il sapiente del secolo la baciano con uguale amore, perché vi appoggiano il capo con uguale speranza e fiducia.

È da questa Arca che il Santo continua il suo apostolato e ne ha fedeli collaboratori i suoi confratelli della Basilica in un apostolato di perdono e nella celebrazione e amministrazione del sacramento dell’amore. Così il desiderio del Santo di voler abbracciare tutto il mondo e portarlo a Cristo va attuandosi. La sua Basilica è faro perenne di luce eucaristica.

Le sue opere che fioriscono, anche tra le difficoltà di questi giorni di guerra, vanno collocate in questa luce che le avvolge e le innalza: il pane dei poveri, l’opera dei Fratini poveri che saranno in un prossimo domani apostoli nel mondo.

Il richiamo della luce perenne che arde a Padova e che s’espande benefica sul mondo sconvolto faccia pensare e riflettere anche le anime lontane da Dio. Vengano a questa nostra Basilica di gloria e sentiranno quanto è grande la pace di coloro che hanno ritrovato Dio e quanto è luminoso il cammino che ci porta al cielo.

Non ci sono altre vie, non c’è altra luce che possano portare all’uomo maggiore pace e più stabile tranquillità. Nel ritorno a Dio si ritrovano tutti i beni perduti ma più di tutto si sa guardare agli avvenimenti che sconvolgono l’umanità con quel senso di ottimismo cristiano che sa attendere dal male il bene. È il bene che deve trionfare nel mondo. Il nostro Santo fu un apostolo, tra le guerre del suo tempo, di questo bene con dedizione completa alla causa dei miseri e degli oppressi: oggi dobbiamo essere strumenti noi nelle mani di Dio per preparare con le nostre opere di carità e con le nostre preghiere il ritorno della pace nel mondo.