28 APRILE 2022: Intervista con Sofia Gobbo, 100 anni portati con fierezza. incontrò anche Padre Placido Cortese

28 APRILE 2022: Intervista con Sofia Gobbo, 100 anni portati con fierezza. incontrò anche Padre Placido Cortese

Vive a Mestre la staffetta partigiana più anziana del Veneto, ed è tra gli ultimi testimoni di quell’attività clandestina che coinvolse anche Padre Cortese nel periodo della Resistenza. Sofia Gobbo è nata, infatti, il 27 settembre 1921 a Cappella Maggiore (Treviso). Dopo la laurea in lettere all’Università di Padova, fu per diversi anni insegnante e anche preside. Per molto tempo non raccontò i suoi trascorsi come partigiana. Non ha mai preso una tessera di partito, e ai suoi studenti non ha svelato di quando, con il nome di battaglia di ‘Giorgio’, andava su e giù per il Cansiglio e tra Padova e Treviso: “Ho tenuto la politica fuori della porta – dice – non mi sono iscritta a partiti”.

INTERVISTA CON SOFIA GOBBO,

Riprendiamo dal quotidiano “Il Gazzettino” (G. N. Pittalis, 29 settembre 2021):

Lucida e sorridente Sofia si lascia andare ai ricordi. Cresciuta in pieno fascismo, figlia di un elettricista. Poi l’impegno antifascista. «Un periodo di lavaggio del cervello: Mussolini Duce, Roma caput mundi, nessun errore. Fu la mia insegnante di filosofia a farmi capire il valore della libertà e così entrai nella Resistenza nel 1944. Mi convinse il prof. Gandin che faceva parte del Comitato di Liberazione Veneto e mi propose di fare la staffetta di collegamento tra Vittorio Veneto, Treviso e Padova. Ho accettato subito. Da una parte c’erano i partigiani, dall’altra i tedeschi che portavano via gli ebrei. Dovevi scegliere da che parte stare». Strano un nome di battaglia come ‘Giorgio’. «Avevo tanti soprannomi ma al capo piaceva George Sand e mi affibbiò quel nome. Era un modo per non tradirsi in caso di cattura». Di persone Sofia Gobbo, per anni presidente di Anpi Venezia in virtù della sua lotta contro il nazifascismo, ne ha incontrate tante. «Egidio Meneghetti, arrestato, portato nel lager di Fossoli, Padre Placido Cortese, poco prima che lo deportassero alla Risiera di San Sabba. La mia salvezza è stata non avere mai avuto paura. Si poteva restare in una trappola mortale, come l’8 settembre 1944 quando tedeschi e fascisti circondarono la Pedemontana e il Grappa con centinaia di impiccati, fucilati e deportati». Cento anni che lasciano un’eredità pesante

SOFIA GOBBO

Il 28 aprile 2022, il Vicepostulatore ha incontrato Sofia Gobbo nella sua abitazione di Mestre. Ne è scaturito un bel dialogo, vivace e interessante, che offriamo all’ascolto. Tra i compiti della staffetta ‘Giorgio’, rientrava anche quello di fare la spola tra Treviso, Padova e Vittorio Veneto, per ritirare e consegnare la stampa clandestina (politicamente orientata) destinata ai partigiani. Eccola quindi al Bassanello, periferia di Padova, a ritirare in una certa falegnameria la stampa comunista. Poi all’Istituto di Farmacologia dell’Università, dove il prof. Egidio Meneghetti le consegnava “Giustizia e Libertà”, organo veneto del Partito d’Azione. E, infine, nei pressi della basilica del Santo, per ricevere da Padre Cortese la stampa di ambito cattolico. Fu proprio in uno di questi ‘viaggi’ che Sofia incontrò (una sola volta) Padre Placido Cortese. Si trattò di un incontro veloce, con poche parole, come da prassi: gli interessati, dati i tempi, dovevano limitarsi allo stretto necessario per la missione in corso (nel nostro caso, il ritiro della stampa, un rapido saluto e via, verso la meta stabilita, in treno o in bicicletta). Sofia, quindi, non conserva particolari ricordi di Padre Placido, oltre al fatto di averlo incontrato e di aver parlato con lui brevemente. Molto più in là, negli anni, apprenderà della sorte toccata a Padre Cortese.

Intervista a Sofia Gobbo