Lucio Ceccaroli – Un «fioretto» di Padre Placido

Lucio Ceccaroli – Un «fioretto» di Padre Placido

Piemontese di nascita, Ceccaroli godette della direzione spirituale del Servo di Dio P. Placido Cortese. Nella sua deposizione durante l’inchiesta diocesana di Trieste, egli ha potuto testimoniare sulla non comune statura spirituale e sulla grande bontà di Padre Placido. Fu anche per breve tempo suo collaboratore al «Messaggero di S. Antonio». Significativa la testimonianza sull’episodio che richiama la freschezza dei «Fioretti» di S. Francesco, a conferma della bontà e delicatezza d’animo di Padre Placido Cortese, che già nel suo nome e cognome rispecchia la persona che egli era in realtà: “nomen omen” dicevano gli antichi. Il suo nome era già un presagio.

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Padova – Convento del Santo – Padre Placido Cortese e Lucio Ceccaroli nel chiostro del Generale

Ho conosciuto il Servo di Dio nel 1931 nella sua qualità di confessore presso la Basilica del Santo di Padova. Infatti mi rivolsi a padre Cortese in quanto avevo desiderio di intraprendere un cammino matrimoniale con una persona che poi divenne mia moglie nel 1939, la quale essendo mia cugina, cioè figlia della sorella di mia madre, costituiva un impedimento a conseguire questo sogno. Ci affidammo a padre Cortese anche perché ci aiutasse nel discernimento di questa scelta non facile e, se egli avesse potuto individuare l’onestà dei nostri rapporti, ci aiutasse nei confronti delle nostre famiglie. Anche quando mi allontanai da Padova per ragioni di studio presso l’Università di Ca’ Foscari di Venezia nel 1932, e anche quando mi recai a Spoleto per il corso allievi ufficiali, tenni dei legami spirituali con il padre Placido Cortese.

Quando poi venni a svolgere il servizio militare a Mestre (VE) i nostri incontri furono più frequenti. Nel periodo in cui il padre Cortese venne trasferito da Padova a Milano nel 1933, egli continuò a seguire epistolarmente la mia fidanzata e me.

Entrambi ne traemmo sempre grandi benefici. Con lui infatti ci si trovava veramente bene. Ne abbiamo sempre riportato un’alta impressione di un uomo semplice e in tale semplicità traspariva la profondità della sua spiritualità. Pur avendo detto tutto questo vorrei aggiungere che ogni persona ha una particolarità che è dono di Dio che difficilmente si può mettere per scritto o comunicare. Così anche per padre Cortese è difficile poter esprimere la complessità della sua personalità.

Oltre al suo compito di confessore presso la Basilica, padre Placido fu designato dai suoi superiori a dirigere la rivista de il «Messaggero di Sant’Antonio». Il suo lavoro non era solo quello di confezionare ogni numero, ma si preoccupò di incrementare la tipografia costruendo in Via Orto Botanico di Padova un grande ambiente dove coinvolse la tipografia del sig. Carlo Bolzonella della quale si serviva per la stampa della rivista e per non far perdere il lavoro a quel tipografo lo coinvolse nella nuova realtà, dando così esempio di attenzione sociale. Pur essendo persona semplice, come ho detto sopra, era uomo capace e vedeva in prospettiva, infatti volle aprire la libreria del Messaggero di Sant’Antonio in Piazza del Santo e seppe nel giro di due anni portare la tiratura della rivista da 350.000 copie a circa un milione.

Lucio Ceccaroli, inoltre, intervistato da P. Luciano Segafreddo, raccontò un episodio che ha tutto il sapore dei «Fioretti» di S. Francesco.

Padre Cortese, racconta Ceccaroli, era dolce, affabile, pronto a sacrificarsi per gli altri. Con lui si stava bene e trattava i dipendenti del «Messaggero» con grande cortesia e grande comprensione. Viveva nella semplicità del francescano: aveva questo dono come carattere, ma anche perché voleva restare semplice, pur avendo una cultura.

Significativo questo episodio. Un giorno mi trovavo nel suo studio, quando mi accorsi che un insetto, probabilmente saltato dai cestini pieni di cartacce, si era posato sul suo tavolo. Feci un gesto per schiacciarlo, ma Pare Placido mi fermò la mano. Poi prese l’insetto con delicatezza e lo posò sul davanzale della finestra. In questo episodio c’è l’animo di Padre Cortese: un animo cosi “placido”, come il suo nome, che voleva bene a tutte le creature, anche a quelle che a noi danno fastidio.

Lucio Ceccaroli

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