Dina D’Angeli

Dina D’Angeli

La Prof.ssa Dina D’Angeli (1913-2014), ebrea, abitante a Rovigo durante la guerra, descrive l’aiuto ricevuto da Padre Cortese durante la persecuzione che colpì in quegli anni gli appartenenti al popolo ebraico. (TestimonianzaRovigo, 6 febbraio 2003)

19 ottobre 1943 – Passano dalla stazione di Rovigo treni bestiame sigillati carichi di ebrei romeni in transito verso i campi di sterminio. Trapela la notizia che una donna sta per partorire.

Sono spaventata, non so che fare, dove andare, a chi rivolgermi. Il tempo passa, le notizie diventano sempre più preoccupanti.

Finalmente qualcuno contatta Padre Cortese, che dopo lunghe ricerche fa sapere di avere trovato un posticino quale ricovero temporaneo.

La retata a Rovigo inizia nella notte del 1° dicembre 1943. La mattina alle 7 sono in stazione, in attesa per ore di un treno e con la paura che qualcuno entri per arrestarmi.

A Padova passo la notte su una sedia, in casa di conoscenti, che non osano dirmi che mia madre è stata arrestata e rinchiusa nel carcere di Via Verdi. Il giorno dopo mi reco in via Luca Belludi, vicino alla Chiesa di Sant’Antonio, nell’alloggio-pensione indicatomi da Padre Cortese, dove dimorerò per circa tre mesi, in un ripostiglio buio. Talvolta mi reco nel confessionale del Padre Cortese, sempre affabile e disponibile, che mi dà notizie di mia madre, ricoverata in ospedale e cerca di confortarmi, ma spesso mi dice in fretta: “Scappi, scappi, stanno arrivando!”. Altre volte mi fa salire in una stanza, dove mi dedico, su suo invito, a tradurre dal tedesco la biografia di un santo, in modo da guadagnare qualche soldo.

Ma la situazione a Padova diviene insostenibile, devo andarmene, via via, piantando e rischiando tutto, per altri 15 mesi.

Non c’è più l’appoggio di Padre Cortese! Tornerò a Rovigo il 5 giugno 1945.

Dina D’Angeli